Spaesaggio è il titolo della personale, dove l’artista ha presentato una nuova installazione di grandi dimensioni legata al tema dell’abitare, della casa, del proprio privato.
Gli oggetti, i mobili, le poltrone sono davvero s-paesate in una sorta di metafisico galleggiamento come in un sogno senza inizio e senza fine.
Il filo nero di cotone con cui sono disegnati i mobili sul muro è come una scrittura interiore che descrive i fantasmi che ci abitano, o i pensieri.
Così come i segni stralunati, le architetture impossibili, le parole ricamate che emergono sul foglio o sulle piccole tele ci conducono all’idea di un’abitazione come luogo in cui convivono gesti quotidiani ed emozioni, ricordi e ossessioni, misura e squilibrio.
Perché come dice l’artista  <<abitare uno spazio è istituire una serie di processi creativi che la conoscenza istituzionale non ha ancora indagato, e che come l’arte, non sono una semplice attività culturale, ma richiedono una radicale e quotidiana riforma del sapere>>
 
 
 
Maura Pozzati, Corriere della sera
 
 
Spaesaggio (Dis-place) is the title of this one-woman show, in which the artist has presented a large-scale new installation linked to the theme of living, the home and the private sphere. 
The objects, the furniture, the armchairs really are s-paesate, dis-placed, in a sort of metaphysical floating, like a dream without beginning or end. 
The black cotton thread used to draw the furniture on the wall is like an interior script that describes the ghosts that live there, or the thoughts. 
Just as the weird signs, impossible constructions and embroidered words that emerge on the page or on small canvases evoke the idea of a dwelling as a place co-inhabited by everyday gestures and emotions, memories and obsessions, measure and imbalance.
For, as the artist says, “to inhabit a space means to set in motion a series of creative processes that institutional knowledge has not yet investigated and which, like art, are not a simple cultural activity, but require a radical, daily reform of what we know”.
 
 
 
Maura Pozzati on "Corriere della sera" newspaper.
 

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